domenica 13 novembre 2011

Recensione: Pink Floyd - The Dark Side of the Moon


“The Dark Side Of The Moon” è un album importantissimo nella storia della musica del Novecento. Esso rappresenta una pietra miliare della storia del rock sotto vari aspetti, ed è uno degli album più venduti della storia, con 45 milioni di copie vendute dal 1973 a oggi.

É un lavoro ricco di contenuti, perfettamente elaborato e prodotto (grazie al lavoro di ingegneria musicale di Alan Parsons), anche se inizia a distaccarsi dalle opere precedenti del gruppo, caratterizzate da un impatto più psichedelico e da un target meno ampio. Con quest’album il gruppo britannico riesce a conciliare le aspettative dei fan più affezionati alla psichedelia del primo periodo con l’idea di creare un album capace di raggiungere un pubblico più vasto. A questo fine, i Pink Floyd accantonarono la forma della lunga suite a favore della canzone singola, anche se in questo capolavoro tutte le tracce sono ottimamente collegate tra loro, tanto da sembrare un unico, lungo e splendido viaggio fatto di musica e parole. Se si vuole apprezzare il più possibile quest’opera, è necessario ascoltarla per intero e nella giusta sequenza per non intaccare la continuità, uno dei fulcri di questo lavoro. I punti di forza di quest’album sono i testi, tutti ad opera del bassista Roger Waters, e il complesso lavoro di composizione, registrazione e produzione.
La copertina è una delle più famose nella storia del rock. Essa raffigura, su uno sfondo completamente nero, un prisma colpito da un raggio di luce bianca che si scompone nello spettro dei colori dell'iride.


L’album si apre con “Speak To Me”, che funge da overture dell’album. È un particolare collage di suoni che richiamano esplicitamente a tutte le altre tracce dell’album. L’obiettivo è di dare all’ascoltatore le sensazioni degli istanti pre-nascita, che culmina nell’attacco della traccia successiva, “Breathe”, che rappresenta la nascita vera e propria. È un brano lento molto armonico, nel quale la slide guitar di Gilmour, sotto la direzione di Parsons, crea un tappeto sonoro quasi onirico. Il testo è un invito a non lasciarsi abbandonare al ritmo frenetico della vita e a riposarsi quando necessario. La traccia seguente è “On The Run”, un brano strumentale dal ritmo semplice, veloce e ipnotico. La canzone è ispirata alla paura di morire in viaggio, che per un gruppo come i Pink Floyd è perenne, essendo spesso in viaggio per i frequenti tour. Il pezzo successivo è uno dei più famosi del rock, intitolato “Time”. Questo brano è famosissimo per il suo assolo, secondo molti uno dei migliori assoli firmati David Gilmour, e per i numerosi effetti sonori, ancora una volta frutto del lavoro di Parsons. Il tema lirico della canzone è un tema caro anche a molti poeti antichi e moderni: la fugacità della vita. La profondità con cui è trattato l’argomento permette di collocare anche questo testo tra tutti i più importanti capolavori poetici su quest’argomento. La quinta traccia è “The Great Gig In The Sky”, famosissima per il suo assolo vocale, eseguito da Clare Torry. La canzone seguente è una delle più famose nella storia del quartetto londinese, “Money”. Il pezzo è in 7/4, fatto abbastanza insolito per il genere all’epoca, ed è caratterizzato da un riff di basso in stile blues e una sezione jazzistica con un assolo di sax. La canzone è una polemica rivolta al ruolo del denaro nella società odierna: esso è la radice di tutti i mali, e porta gli uomini gli uni contro gli altri, spingendoli alla follia (tema ricorrente in tutto l’album). La settima traccia è “Us And Them”, un pezzo lento e soft, reso quasi ipnotico dal tappeto sonoro ottenuto con un organo hammond. Il tema della canzone è l’avversione alla guerra e alla povertà. Il titolo della canzone successiva è “Any Colour You Like”, un pezzo strumentale, caratterizzato dalle frequenti improvvisazioni di chitarra elettrica e sintetizzatore. La struttura del brano è alterata nelle ultime battute per introdurre il brano successivo, “Brain Damage”. Questo pezzo è inizialmente delicato per poi sfociare nel ritornello esplosivo. Il tema principale del testo è la pazzia, con un evidente riferimento all’ex leader del gruppo, Syd Barrett (deceduto quattro anni fa). A questa canzone è legato il brano che chiude l’album, “Eclipse”. Il pezzo, strutturalmente, è simile al precedente, ma il testo contiene probabilmente il messaggio di un’amara speranza di potercela fare. Il brano si chiude con lo stesso battito cardiaco, che chiude il cerchio e rafforza il filo di continuità presente lungo tutta l’opera.



“The Dark Side Of The Moon” è un’opera complessa, ricco di riflessioni introspettive, che a distanza di trentasette anni dalla sua uscita, continua a emozionare ogni ascoltatore. Ha affascinato diverse generazioni di ascoltatori e continuerà a farlo perché, come ogni grande opera d’arte, si fa portatrice di temi universali.




Nessun commento:

Posta un commento